Sapete che non sono solito intervenire. Ho sempre preferito che fossero i Fatti a parlare per me. Ma questa volta non riesco davvero a non esprimere il mio disagio per LO STATO IN CUI siamo costretti ad operare. Un pantano, soprattutto, politico nel quale si scivola ad ogni tentativo. La totale mancanza di risposte e di proposte, ma soprattutto di sana collaborazione istituzionale.

I rilievi della Corte dei Conti sulle difficoltà e i ritardi nella gestione e programmazione dei fondi comunitari in Sicilia dovrebbero essere il sintomo acclarato di una malattia che colpisce la Sicilia. Dovrebbero essere uno stimolo a lavorare di più e meglio. Dico “Dovrebbero” perché questo governo regionale ha perso, o meglio non ha mai voluto avere, un confronto con quest’aula. L’aula che rappresenta tutti gli schieramenti e tutti i siciliani, costantemente snobbata da questo governo che ha fatto della TRACOTANZA il suo stile. Un Governo che si occupa più specificatamente di trovare la GIUSTA collocazione politica piuttosto che confrontarsi con i gruppi parlamentari per trovare soluzioni alla palude nella quale ci ha relegato.

Inoltre dei buoni amministratori dovrebbero avere, sempre uno sguardo teso al futuro prossimo. Questo Governo dovrebbe avere un Tavolo permanente e con la nuova Commissione europea per studiare le regole e superare i nodi burocratici che limitano la spesa dei fondi comunitari. Questo governo dovrebbe farsi protagonista di un tavolo europeo che definisca incentivi e vantaggi fiscali per chi vuole investire al Sud, anche sfruttando il più possibile le Zes e rafforzando il credito d’imposta.

Insomma Presidente, siamo a metà del suo mandato, ha sempre parlato al futuro con tanti “Faremo, nasceranno, saremo”. Solo per fare qualche esempio, non invento nulla ma rileggo il suo programma elettorale: RIFORMA SETTORE BENI CULTURALI, potenziamento dei corpi di polizia municipale, piano straordinario per l’edilizia scolastica, per le università siciliane per l’occupazione, inserimento degli operatori over 50, riforma dei centri per l’impiego e per i precari ecce cc ecc

Quanto dobbiamo ancora attendere? Quanto, i siciliani, debbono ancora aspettarla??? Ma esattamente di quale futuro parliamo?

Un Futuro postergato sine die e INCONCLUDENTE che doveva già esserci chiaro sin dalla sua campagna elettorale: “Diventerà Bellissima”, si, ma quando? Come? Per concludere Presidente è palpabile la noia della sua azione di governo, impegnato da più di un anno a NON approvare niente di utile. Tutto questo disastro è, secondo noi, dovuto soprattutto ad una chiara ed evidente incapacità di relazionarsi con il parlamento. Presidente, sono un giovane deputato. Lei ha sicuramente più esperienza ma una cosa voglio dirgliela: Se è vero, come è vero, che non ha una maggioranza sarebbe un gesto di ovvia intelligenza politica iniziare ad interloquire con le forze politiche qui rappresentate. Cambi atteggiamento Presidente. Questo è il mio spassionato consiglio, in un rapporto di proficua collaborazione, quella collaborazione che lei non ha mai cercato e che quest’aula é pronta a ricercare su fatti e proposte serie.

Il Partito Democratico è pronto a mettere in campo proposte concrete per semplificare l’accesso ai fondi e velocizzare la spesa: bisogna innanzitutto attivare una ‘cabina di regia’ che monitori e guidi i processi, recuperi il tempo perduto e velocizzi le procedure che arrancano. SERVE, a mio avviso, INDIVIDUIAMO LE PRIORITA’ PER LA SICILIA. È necessario attivare ogni strumento utile a dare risposte a migliaia di aziende, lavoratori, enti locali, che CI osservano e si aspettano delle soluzioni dalla politica.

Ma soprattutto, siamo pronti ad accettare, e a vincere, la sfida della speranza! La speranza di costruire un futuro; la speranza di investire, come mai si è fatto, sul genio dei nostri giovani migliori; la speranza di non vedere più i nostri fratelli, i nostri figli, partire per non tornare più, lasciare la Sicilia, andare lontano per poter cercare opportunità che qui vengono negate; la speranza, soprattutto, di poter offrire un’alternativa di cambiamento, che punti davvero e concretamente sulle nostre migliori energie, su quelle tante professionalità, giovani e non, che in questo momento stanno arricchendo intere parti del mondo, avendo perduto ogni fiducia di poter investire su se stessi in Sicilia.
Lei signor presidente la sfida della Speranza l’ha già persa: l’ha persa nel momento in cui ha ceduto ai ricatti della sua coalizione, insopportabilmente litigiosa; l’ha persa nel momento in cui ha privilegiato le logiche della lottizzazione politica e della spartizione di poltrone alle aspettative dei siciliani; l’ha persa nel momento in cui ha privilegiato la logica dell’appartenenza partitica a quella dell’interesse comune.
Ebbene, sono errori che non intendiamo più commettere: noi oggi puntiamo sulla Sicilia; intendiamo mettere a disposizione della Sicilia quanto di meglio abbiamo da offrire.