Il 6 Gennaio abbiamo chiesto tramite una urgente interrogazione al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci quale posizione intendeva assumere rispetto alla individuazione di siti siciliani come possibile deposito nazionale di rifiuti radioattivi e come intendeva attivarsi nei confronti del governo nazionale affinché  si escluda la possibilità che la Sicilia venga ritenuta idonea ad accogliere il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito.

Durante la seduta odierna sono intervenuto in aula per ribadire la mia contrarietà sull’ipotetica istituzione di un centro di stoccaggio delle scorie nucleari in Sicilia.

 

Il mio intervento in Aula 

Onorevoli colleghi,

Intervengo oggi con particolare trasporto al fine di far sentire alta e forte la mia voce su di un tema, quello riguardante l’ipotetica istituzione di un centro di stoccaggio delle scorie nucleari in Sicilia, rispetto al quale la classe dirigente regionale tutta è chiamata ad assumere una posizione forte e è netta, a salvaguardia non soltanto dell’identità della nostra terra ma anche del futuro delle nuove generazioni.

Già, perché quello che Stiamo affrontando questa sera, non è è un tema qualunque, ma rappresenta un orizzonte che può segnare, in positivo o in negativo, le prospettive future della Sicilia.

Abbiamo investito gran parte delle nostre energie e delle nostre risorse per provare a proporre al mondo l’immagine di una terra, capace di accogliere visitatori, turisti e imprenditori, offrendo loro quanto di meglio ha da offrire :arte, cultura, natura, Mare sole, terme, attività produttive eccellenze agroalimentari non c’è uno solo di questi…

Bene, non c’è uno solo di questi grandi temi di sviluppo, che possa, anche soltanto minimamente, sposarsi o tenersi con l’idea che la nostra terra possa diventare luogo di stoccaggio di scorie nucleari.

Per queste ragioni non possiamo permetterci il lusso di dividerci o di chi, pro tepore, rappresenta la vice della Sicilia ai tavoli nazionali, in un momento nel quale si sta conducendo una battaglia finalizzata a scongiurare un’ipotesi di questo tipo.

Né tantomeno possiamo permetterci il lusso di scatenare una “guerra fra poveri” fatta di puerili divisioni di tipo campanilistico o territoriale; qui non si tratta di salvaguardare questa o quella provincia, si tratta addirittura di salvaguardare l’identità culturale dell’intera nostra regione, le sue peculiarità, le sue potenzialità e le sue ricchezze.

Non è consentito un approccio partigiano, ne è consentito dividerci in stucchevoli contrapposizioni maggioranza opposizione.

Tutti siamo chiamati a difendere il futuro della Sicilia, uniti ed insieme!

Il nostro NO deve essere netto e senza equivoci di SORTA… non già un NO IDEOLOGICO, ma anzi un NO ragionato e CONSAPEVOLE..

Nessuno, a Roma, piuttosto che a Bruxelles, pensi di poter lucrare sulla debolezza endemica di una classe dirigente, quella siciliana, che spesso e volentieri ha perso di vista le proprie responsabilità, svilendo il proprio ruolo in inutili contrapposizioni e divisioni di tipo politico e partitico.

Signor presidente della regione, Ella è, in questa sede e rispetto a questa battaglia, il mio presidente!

Per queste ragioni dichiaro sin da subito la mia disponibilità incondizionata a schierarmi al suo fianco ed al fianco di chiunque voglia combattere insieme una battaglia che dobbiamo vincere, per poter consegnare ai siciliani la percezione di una classe dirigente che sa unirsi quando è in gioco il futuro di questa terra”.