“faccio una premessa: Io non sono come quei politici vecchio stampo, che gioiscono quando dati negativi nell’andamento un economico della Sicilia possono essere strumentalizzati, per fini propagandistici, o peggio elettorali; non ho mai gioito del fatto che si potesse sfruttare politicamente un momento negativo per la mia terra e non ho mai guardato a convenienze di breve momento.
Ecco perché i dati forniti nella giornata di oggi dall’osservatorio economico congiunturale della banca d’Italia sull’andamento dell’economia siciliana, provocano in me un moto di amarezza e insieme di rabbia.
L’amarezza di chi, avendo scelto di vivere e di investire sulla propria terra, continua a vederla sempre più sprofondare, a causa della drammatica assenza di una visione strategica.
La rabbia di chi appartiene a una generazione che possiede idee tali da provare a risollevarne le sorti.
Allora, se da un lato i dati forniti dalla banca d’Italia tratteggiano i contorni di un clamoroso disastro, politico e amministrativo, che in tutta onestà non può essere figlio solo di questo governo, ma che è la conseguenza di anni e anni di politiche scellerate e devastanti, dall’altro non posso non rimarcare come questi dati ci parlino di una Sicilia al palo, completamente ferma e, cosa ancora più grave, del tutto scollegata da qualunque rete o circuito internazionale di crescita o di sviluppo.
Il dato più sconfortante è, a mio avviso, quello delle esportazioni, in quanto rappresenta l’indicatore che, più di ogni altro, denuncia l’assenza di autorevolezza di una classe dirigente del tutto incapace di difendere l’eccellenza dei prodotti e dei mercati siciliani in un contesto globale.
D’altro canto questo quadro ci dice con molta chiarezza quanto fallimentari siano le ruote e sterili politiche sovraniste, condotte da Musumeci e compari; da un lato si inneggia all’identità nazionale; dall’altro lato non si è in grado nemmeno di difendere i capisaldi dell’economia siciliana.
Una contraddizione in termini clamorosa, che pagano, sulle proprie spalle, quei milioni di siciliani, giovani e meno giovani, che hanno scelto di investire sulle proprie idee e sul loro coraggio di rischiare, trovandosi tuttavia completamente scoperti, a causa di una classe politica di governo,bdel tutto incapace di supportare adeguatamente il coraggio di queste ambizioni.
E allora Musumeci, colui che si era presentato come l’uomo capace di governare grandi processi della Sicilia, oggi denuncia al mondo la sua totale incapacità di aver fatto fare quel salto di qualità alla Sicilia, che egli stesso aveva tanto propagandato in campagna elettorale e che, conti fatti, si è rivelato soltanto un proclama, vuoto di contenuti.
Il vero cambiamento, come diceva Kennedy, sta nei giovani e nelle loro idee coraggiose.
Soltanto la nuova generazione, quella che vive la precarietà come una costante e che è capace di accettare le sfide del nuovo tempo, potrà rimettere la Sicilia in un circuito virtuoso. Fino a quel momento i vecchi politicanti non faranno altro che trascinarci sempre più a fondo.”
Michele Catanzaro