La Repubblica italiana oggi compie 73 anni.

Questa bellissima terra, sdraiata al centro del Mar Mediterraneo, oggi, festeggia un importante compleanno di democrazia e partecipazione. Era il 2 giugno del 1946 quando venne indetto il referendum perché gli italiani, dopo gli sconvolgimenti della seconda guerra mondiale, scegliessero tra Repubblica e Monarchia. La vittoria arrivó presto e da lì a poche ore sarebbe nata la più bella del mondo, la Repubblica Italiana. Se la brutalità del conflitto mondiale, il terrore del regime e la sofferenza della povertà avevano minato le case e i sogni degli italiani, non erano riuscite a portar via la voglia di vivere e di riprendersi il loro Stato. Se fame e disperazione erano concetti comuni e respirati da tutti, la speranza e l’amore per la patria – libera e democratica – avevano plasmato di coraggio gli animi degli italiani che, fieri, stavano gettando le basi per una nuova Italia. Un’Italia nella quale convivessero le gesta eroiche dei grandi condottieri romani, l’illuminismo di Beccaria e l’estro del Brunelleschi, l’Infinito di Leopardi e il Principe di Machiavelli; l’operaio e il professionista, la massaia e la manager; un’Italia che ripartiva dalle macerie ma ambiva alla gloria; un’Italia inclusiva, unita e di tutti: una Repubblica.
Chiunque limiti (o pretenda di limitare) la portata di quel referendum con smanie personalistiche da Kapó, non conosce l’Italia. Non ne conosce lo spirito vero, quello che forse anche noi stessi spesso dimentichiamo di avere ma che è quello che ha permesso la ricostruzione, morale prima ancora che fisica, della nazione. Quello spirito che conosce l’anima cattolica e quella socialista, la moderata e la rivoluzionaria e che è pronto a venir fuori tutte le volte che venga calpestata la bellezza, fresca e libera, della Repubblica Italiana.