Le mie non solo soltanto parole, ma ci sono degli atti parlamentari a mia firma che vanno in tale direzione. Inutile soffermarsi sui benefici economici e culturali per Agrigento e la nostra provincia che deriverebbero dalla presenza di un consorzio univeristario dall’offerta accademica competitiva, al passo con i tempi e strettamente legata alle peculiarità del territorio. Bisogna soffermarsi, invece, sulle soluzioni per far acquisire tale status al CUA. Ho chiesto un intervento degli assessori regionali competenti per invertire una rotta che verosimilmente rischia di condurre il CUA verso gli scogli. Devo dare atto soprattutto all’assessore Lagalla di aver preso a cuore la vicenda e di essersi immediatamente attivato. Nella sua risposta alla mia interrogazione, egli ha sottolineato che, allo stato attuale, senza ulteriore rendicontazione non si potranno erogare i contributi per gli anni 2015, 2016 e 2017, visto e considerato che il Consorzio ha trasmesso solo quella relativa al 2014, ma soltanto alla fine del 2017. Lagalla ha assicurato stabilità di finanziamento sebbene senza possibilità di essere incrementato. Ha altresì annunciato di aver convocato un tavolo tecnico sull’argomento. E il fatto che gli attori protagonisti (Università di Palermo su tutti) di questa, ahinoi, triste vicenda si siedano attorno ad un tavolo e comincino a discutere sul da farsi rappresenta un ulteriore certezza che la faccenda non finirà nel dimenticatoio. Insomma, mi sembra che dobbiamo essere fiduciosi. Tuttavia, è sempre meglio non abbassare la guardia. Si può essere ottimisti, ma certamente non possiamo ancora cantare vittoria. Il sottoscritto è stato, e sarà sempre pronto a difendere il Consorzio Universitario di Agrigento. In me troverete sempre un interlocutore attento e attivo per vincere questa battaglia culturale, perché è di questo che si tratta, in favore della nostra provincia.