In un momento di grave riduzione delle risorse pubbliche, le somme che provengono dall’Europa rappresentano certamente una, se non l’unica, via per provare a realizzare investimenti nella nostra Sicilia. Queste risorse sono destinate alla ricerca, allo sviluppo tecnologico e all’innovazione e rappresentano una risorsa importante per promuovere la competitività delle piccole e medie imprese che operano nel settore agricolo, in quello della pesca e dell’acquacoltura.

Come sempre, purtroppo, la Sicilia “è in allarmante ritardo” e rischia di perdere gran parte delle somme astrattamente utilizzabili eppure non impiegate. Entro il 2018, infatti, vanno spesi e certificati 719 milioni di euro. Ad oggi, però, è stata certificata la spesa per soli 6 milioni.

“Doveva iniziare nel 2014 per terminare nel 2020, ma in Sicilia il Psr, il Piano di Sviluppo Rurale, è ai blocchi di partenza” continua Catanzaro: “Nelle statistiche sulla spesa delle risorse siamo tragicamente indietro. Il quadro è davvero desolante.
Questa situazione ha creato danni enormi all’intero sistema produttivo Siciliano, non solo per la fallita opportunità di sviluppo che rappresentano i fondi europei non ancora utilizzati, ma anche perché, a causa della mancata erogazione dei fondi, il tessuto produttivo siciliano sta attraversando serissime difficoltà economiche e di liquidità.

Nei mesi scorsi ho chiesto ed ottenuto lo scorrimento della misura 4.2 (QUI la notizia), permettendo in tal modo a decine di imprese siciliane di accedere ai finanziamenti. Lo stesso auspico si faccia per le misure 4.1 e 6.1 che riguardano gli investimenti e gli insediamenti per i giovani agricoltori, per le quali ho già ufficializzato gli atti parlamentari e, così facendo, per le altre misure del PSR.
La Regione Siciliana deve recuperare il ritardo accumulato, anche realizzando lo scorrimento delle graduatorie delle misure Strutturali del PSR 2014-2020. Mi preme precisare che tale scorrimento è possibile poiché, a seguito della chiusura dei vari processi istruttori delle misure vigenti, si sono prodotte delle economie di considerevole importo che rendono possibile finanziare domande attualmente in posizione non finanziabile e in quanto i bandi attivati sino ad ora non hanno coperto l’intera dotazione finanziaria delle singole misure. È impensabile immaginare, a questo punto, la pubblicazione di nuovi bandi. La fase istruttoria necessità di molto tempo, parecchi mesi o addirittura anni, anche a causa della disastrosa dotazione organica degli uffici regionali. Abbiamo il dovere, pertanto, di non perdere possibilità di sviluppo e di utilizzare bene e presto le tante risorse a disposizione.